Il nuovo DPCM di Mario Draghi: le misure anti Covid attive fino al 6 aprile

Lo sento come una responsabilità della mia professione da giornalista e come dovere nei confronti della comunità. Bisogna diffondere maggiormente la conoscenza sulle misure anti Covid, in modo da moltiplicare le fonti di corretta informazione evitando errori da non conoscenza durante questo periodo così critico per la salute di tutti. Il nuovo DPCM di Mario Draghi, presidente del Consiglio in carica, firmato il 2 marzo 2021, ha valore dal 6 marzo fino al 6 aprile inglobando i periodi di Pasqua e Pasquetta.

Il documento è scaricabile e leggibile in formato pdf a questo link.

Sull’uso di mascherine e sull’osservanza delle misure di distanziamento

  1. È fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto.
  2. Non vi è obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l’isolamento da persone non conviventi. Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Asporto bevande, apertura teatri, cinema, divieto di spostarsi tra regioni e altro

È stata confermata la suddivisione in fasce per colore per regioni, province e comuni. Cancellato il divieto di asporto, negli orari successivi alle 18, di bevande dalle enoteche: “in tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto” – questa possibilità non vale per bar e altri locali.

Riapertura di cinema e teatri dal 27 marzo e l’apertura dei musei, anche durante i weekend su prenotazione ma solo in zona gialla e non in zone a maggior rischio.

Specificando meglio le condizioni d’apertura di teatri e Cinema, fissando che tali condizioni sono possibili in zone classificate come zona gialla o a minor rischio contagio, via libera agli spettacoli teatrali, ai concerti, alle proiezioni cinematografiche e in spazi anche all’aperto: la capienza delle sale non potrà andare oltre il 25% di quella massima prevista per quegli spazi e comunque fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala.

Restano chiusi gli impianti sciistici, le palestre e le piscine.

Il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri conferma fino al 27 marzo il divieto già esistente di spostarsi tra le regioni, anche se classificate come fascia bianca o gialla. È possibile uscire soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza, con il modulo di autocertificazione. Sì a spostarsi nelle seconde case, ma soltanto se si trovano in fascia gialla o arancione.

Per andare a trovare parenti e amici, vige il più totale divieto nelle zone classificate come rosse. Per le zone a più basso rischio resta in vigore la limitazione alle visite “nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi“, portando con sé figli minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi.

Per quanto riguarda i centri commerciali e i mercati, nelle giornate festive e prefestive in tutta Italia “sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie“. Nelle zone rosse “sono chiusi i mercati, salvo le attività di vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici“.

Totale chiusura nelle zone rosse per i cosiddetti servizi alla cura della persona, quindi parrucchieri, barbieri e centri estetici.

Sulle zone bianche, la presidenza del Consiglio specifica chesi prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i protocolli di settore. Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi). Si istituisce un “tavolo permanente” presso il Ministero della salute, con i rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente ulteriori“.

Le decisioni sulla scuola

A partire dal 6 marzo, sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Per quanto riguarda le zone arancioni e gialle, i presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica:

  • nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
  • nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100.000 abitanti nell’arco di 7 giorni;
  • nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

Viaggi da e per l’estero

Secondo il nuovo DPCM e la presidenza del Consiglio dei ministri, “si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti “COVID tested”. A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori“.

Tavolo di confronto con le regioni per valutare il rischio epidemiologico

È istituito un tavolo di confronto presso il Ministero della salute, con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle regioni e delle province autonome, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti“.

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